Intenzioni S. Messe 2023

Il mese di novembre si apre contemplando la Chiesa trionfante, i santi che godono della beatifica visione di Dio lodandolo incessantemente nella vita senza fine. Il giorno seguente, 2 novembre, l’attenzione del cuore si volge alla Chiesa purgante, i cari defunti che, al termine della vita terrena, sono andati incontro alle realtà ultime (i novissimi), iniziali della vita ultraterrena. La vita eterna è il naturale coronamento della nostra vita cristiana: Gesù risorge primogenito di molti fratelli, riapre a noi i cieli e va a prepararci un posto perché possiamo essere anche noi nella gloria del cielo con gli angeli e i santi.

Sappiamo che la vita a noi non è tolta ma trasformata (rituale esequie) quando al momento della morte l’anima immortale si separa dal corpo caduco e compare davanti al Signore in una luminosità che evidenzia ogni macchia. Di fronte alla verità di Dio non avremo bisogno di discussioni e sentenze, vedendo da soli quanto abbiamo d’incongruente con la verità, bontà e bellezza di Dio. Il purgatorio è una condizione transitoria che non toglie niente alla certezza della gloria futura in paradiso; questo è una condizione definitiva proprio come l’inferno.

Ricordiamo tutti le parole di Gesù a Marta che si lamentava per la morte del fratello Lazzaro: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo? Questa è la domanda che si pone a ciascuno di noi. Se rispondiamo affermativamente, il dolore per la perdita di una persona cara non supera la gioia di saperlo nel regno dei beati, in attesa di ricongiungerci tutti in Cristo. Così la mancanza dei fratelli che dormono il sonno della pace, interrompe la presenza fisica ma non rompe i legami dello spirito. Nella Messa noi ricordiamo i defunti perché è Dio l’autore della salvezza: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. L’eucarestia Sant’Ignazio di Antiochia, nella lettera agli efesini, la chiamava proprio farmaco d’immortalità, antidoto per non morire, ma per vivere in Gesù Cristo per sempre. L’intima unione a Cristo nello spirito diventa eterna nell’aldilà. Il pane degli angeli, il pane di vita nuova, dato per noi è per tutti in remissione dei peccati giova anche alle anime dei fedeli defunti in via di purificazione.

È disponibile l’agenda 2023 per la prenotazione delle Messe.