90° di riapertura

Domenica abbiamo celebrato la solennità di Cristo Re nella quale commemoriamo un evento storico giunto al 90° anniversario.
L’ultima domenica di ottobre dell’anno 1931 (solennità liturgica di Cristo Re nel vecchio calendario) si svolse tra la chiesa dell’Olivella e il parco di Villa filippina, come una manifestazione che radunò tanti fedeli, tra giovani e fratelli dell’Oratorio Secolare. La racconta p. Giuseppe Timpanaro relazionando al card. Luigi Lavitrano, arcivescovo di Palermo, dopo due mesi di riapertura della casa. Si festeggiava infatti il ritorno dei padri filippini a Palermo, inaugurando un nuovo corso per gli oratoriani nella città. La presenza da allora ininterrotta giunge ai nostri giorni facendo memoria ad ogni anniversario.
I fatti salienti del periodo sono stati già messi in luce nei fascicoli pubblicati e, relativamente al 1931, in Miscellanea storica – vol. 5 Nel presente articolo raccogliamo assieme i personaggi che scrissero quella pagina di storica.

Giuseppe Timpanaro, nato ad Agira il 02/04/1883, fu stretto collaboratore del venerabile Giovan Battista Arista che, insieme al servo di Dio p. Giulio Castelli, aveva a cuore il progetto di una Confederazione degli Oratori. Timpanaro fu tra i più convinti promotori, lavorando alla revisione delle Costituzioni e per il recupero delle Congregazioni morenti o estinte dopo le soppressioni. In tal senso si recò a Palermo su sollecitazione dell’On. Antonino Pecoraro e per incarico del Card. Luigi Lavitrano. La chiusura si ebbe per la destrutturazione dell’Istituto, in seguito alle soppressioni delle corporazioni religiose ad opera delle leggi anticlericali dei Savoia, che bloccò l’ingresso di nuove vocazioni. A Palermo Timpanaro fu il primo preposito della Congregazione ricostituitasi, poiché principale fautore della stessa riapertura, novant’anni fa. Con lui si riavviò l’attività oratoriale e di culto, riorganizzò la vita comunitaria, si recuperarono i beni… Frattanto fu pure attivo animatore dei convegni che negli anni avrebbero portato al Congresso degli Oratori. Il p. Timpanaro profuse le sue energie nella casa di Palermo durante il “ventennio”, la seconda guerra mondiale e gli anni della ricostruzione, fino a spegnersi il 12 febbraio 1953 nella Congregazione di appartenenza ad Acireale.

L’avvocato Antonino Pecoraro (Carini 1871 – ivi 1939) fu deputato del Regno d’Italia per quasi dieci anni in tre diverse legislature, svolgendo l’incarico di sottosegretario al Ministero delle Colonie. Fu legato agli oratoriani dell’Olivella per la stessa famiglia che frequentava la chiesa e l’oratorio. Da notabile nella società palermitana, fu pure partecipe della vita ecclesiale, impegnato in diverse corporazioni laicali. Nel periodo di assenza dei padri rimase lui di fatto prefetto dell’Oratorio Secolare. La fitta corrispondenza epistolare col p. Giuseppe Timpanaro testimonia l’aiuto da lui prestato per il ritorno dei padri. In ambiente ecclesiale e civile fece da tramite a Timpanaro e fu suo migliore collaboratore fino alla ricostituzione della comunità oratoriana.

Luigi Lavitrano nasce in Campania nel 1874 e a 24 anni di età è ordinato presbitero. Sedici anni più tardi ha quarant’anni quando viene nominato da Papa Pio X alla sede episcopale di Cava de’ Tirreni-Sarno e ordinato vescovo. Dieci anni dopo, nel 1924, è elevato arcivescovo di Benevento, ove passerà solo quattro anni, per poi essere eletto metropolita di Palermo e primate di Sicilia. Così a dicembre 1929 Papa Pio XI lo crea cardinale e nel 1939 partecipa al conclave che elegge Pio XII. Trascorsi 17 anni a Palermo, negli ultimi cinque della sua vita Papa Pio XII lo nomina prefetto della Congregazione dei Religiosi in Vaticano.
Il card. Luigi Lavitrano fu partecipe della riapertura della nostra Congregazione di Palermo, della quale nel 2021 ricorre il 90° anniversario. Già in Cava dei Tirreni conobbe i padri filippini – tra cui Timpanaro – e, stabilitosi a Palermo, sollecitò il ritorno degli oratoriani all’Olivella. Il suo decreto del 1° ottobre 1931 riepilogava gli eventi e dava un sostegno morale importante ai padri. Il cardinale Lavitrano si qualificò in tal modo come un protagonista della storia contemporanea della nostra Congregazione. La sua paterna premura verso l’Oratorio si espresse tra l’altro visitando le rovine della nostra chiesa dopo il bombardamento, senza considerare la sua presenza alla traslazione delle spoglie di p. Giulio Castelli, del quale fu penitente, presso la Basilica dell’Olmo.

Il cardinale Alessandro Lualdi, predecessore di Lavitrano, dall’inizio del suo episcopato – durato 23 anni – si era interessato alla ricomposizione dei religiosi in Palermo. Egli nacque a Milano e si formò in Lombardia, per divenire arcivescovo di Palermo a 46 anni di età. Relativamente agli oratoriani Lualdi si interfacciò col p. Cesare Nanni d.O. (di Bologna), il quale nell’arco di dieci anni non giunse ad alcuna conclusione nella ricerca di risorse umane. Lualdi non ebbe parte alla storia per l’inconcludenza di Nanni. Solo grazie al successivo interessamento di p. Giuseppe Timpanaro d.O. (di Acireale) la situazione volse al meglio, col ritorno dei padri all’Olivella e la ripresa dell’apostolato, giunto ora al 90° anno.