Finalmente la sesta opera di misericordia: “sopportare pazientemente le persone moleste”, cioè i nostri fratelli per i loro difetti. Questi difetti che noi dobbiamo compatire nel prossimo possono essere per cose naturali o morali. E come il Signore sopporta le nostre deficienze: tiepidezza, negligenze, imperfezioni e peccati; non vorremo noi tollerare nei nostri prossimi un piccolo difetto? Riflettiamo sui meriti grandi che, con questo atto di carità, potremo acquistare presso Dio. San Bernardo diceva che se in una comunità, in una casa, non ci fosse qualche persona fastidiosa da sopportare, bisognerebbe andare a cercarla e pagarla anche a peso d’oro. “Se qualche infelice – diceva San Paolo ai Galati – cadesse, per sua disgrazia, in qualche peccato, voi, che fate professione di pietà, non fate le meraviglie, abbiatene compassione con spirito di carità e di dolcezza”: guardate, se potete, ricondurlo sul retto sentiero. Sì siamo tutti peccatori; se non cadiamo in certi peccati in cui cadono i nostri simili, è perché Dio ci tiene la mano sul capo e non ce lo permette, altrimenti saremmo anche noi capaci di commettere tutte le iniquità del mondo.
