Chi vuol altro che Christo, non sa quel che si voglia

QUERCIA 1


In questo tempo di sospensione completa della pastorale, seguitiamo a leggere qualche passo che descrive l’attività promossa da Filippo Neri, come raccontata nel “Ricordo dell’Oratorio di Palermo” del 1895.

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Parve inoltre al Neri doversi ogni riforma cominciare e promuovere coll’educazione della gioventù; ond’egli soleva condurre a spasso molti fanciulli, talvolta fino alla celebre querce annosa di Sant’Onofrio, alla cui ombra si riposava pure Torquato Tasso…. La Carità di Lui fu sempre di smisurata dolcezza: l’amabile Santo ricordava, credo, il proverbio: Si prende più mosche con una goccia di miele, che con una botte d’aceto. Egli ai bambini diceva: State quieti, se potete; ai giovani: State allegri, e amate. Chiamato dai moribondi, anche da Pio IV, li confortava e piangeva. Ma soprattutto gli stavano a cuore l’educazione de’ fanciulli e i patimenti dei poveri….

Il Neri amava la poesia: scrisse alcuni sonetti non senza grazia, scevri d’antitesi e metafore achilline; scriveva lettere di gran gentilezza, quella specialmente a Michele Mercati da San Miniato, mia cara e gentile città nativa, dove gli parla con tanta effusione dell’amenità di quei luoghi. Ma, soprattutto, a Lui dobbiamo la riforma della Musica Sacra, profanamente arzigogolata dai Musici fiamminghi….. Affinchè s’invigorissero i sentimenti comuni di religiosità e di moralità, Egli pensò a questo mezzo potentissimo della Musica Sacra, riformandola da quella ch’essa era ne’ tempi suoi, cioè, un intrecciamento artificioso e una traduzione di popolari cantilene, anche procaci, nelle parole sacre del tempio. Perciò, ricorse il Neri ai suoi amici e penitenti, Animuccia e Palestrina, non solo a riformare le Messe in musica e le salmodie, sì a comporre gli Oratorii; che, proseguendo fino ai nostri giorni, han reso così celebre il Gounod.

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Firenze, 10 agosto 1894
Prof. Augusto Conti

QUERCIA 2