Novembre “mese dei defunti”, tradizionalmente dedicato alla preghiera per le anime dei nostri fratelli assenti e la meditazione sul mistero della morte. Noi credenti sappiamo che a noi “la vita non è tolta ma trasformata” (rituale esequie), perché “agli occhi degli stolti parve che morissero ma la loro speranza è ricca d’immortalità” (Sap 3,1-9). Il nostro non è un Dio dei morti ma dei vivi (Mt 22,23-33) che ha preparato un posto perché siamo anche noi dov’é lui (Gv 14,2-3). Così la perdita dei fratelli che dormono il sonno della pace, interrompe la presenza fisica ma non rompe i legami dello spirito. E la nostra vita spirituale si alimenta della grazia divina comunicata nei sacramenti.
La S. Messa è il momento apicale del nostro incontro con Dio nella preghiera. Durante la S. Messa ogni orante prega il Signore secondo le proprie intenzioni e anche il sacerdote che celebra in modo incruento il sacrificio di Cristo, prega il Padre Eterno secondo una particolare intenzione, alla quale applica i meriti acquistati dalla morte redentrice del divin Figlio. Celebrare una Messa per un’anima defunta è allora un atto di profonda carità nei suoi confronti. Offrire un’intenzione di Messa è un atto di carità spirituale per il beneficiante e al contempo di carità materiale per i bisogni della chiesa. La moneta non compera niente, piuttosto la carità materiale concretizza quella spirituale e «la carità copre una moltitudine di peccati» (1 Pt 7,8).
Mentre volge al termine l’anno civile non dimentichiamo anche quest’anno l’elenco dei nostri cari defunti familiari, parenti, amici, colleghi, compagni di cammino in questo pellegrinaggio terreno; ricordiamoli nel giorno di nascita, della dipartita, dell’onomastico… Teniamo vivo il legame di affetto di sempre; loro hanno bisogno dei nostri suffragi e noi della loro intercessione presso il trono del’Altissimo.
È disponibile in sacrestia l’agenda delle Messe 2020 per segnare le intenzioni durante l’anno.